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Alter Genesi

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Stavano stesi vicini, sotto l’albero di magnolia, il più grande e maestoso dell’intero giardino, a godersi un po’ di pace e ristoro all’ombra, dopo tanta foga.

Lui rilassato con una mano a grattarsi lo scroto e la mente vuota quanto le sue palle.

Lei, povera anima in pena, a tormentarsi.

-Comincia a calare il sole. Le zanzare, inutili zanzare!-

-Stai tranquilla, non ci pensare, tra poco andiamo.

In fondo era stata lei a pregarlo di prenderla, l’ennesima volta quel giorno, mentre all’orizzonte era già comparsa la Luna. Continuando a schiaffeggiarsi, nella speranza di uccidere le bestiacce maledette, Eva guarda con aria di sfida e disgusto Adamo :

-Non hai nulla da dirmi?-

Silenzio, lui, non ha voglia di parlare. Lei sì, come sempre, non tace mai, non si ferma mai, incapace di godersi il silenzio senza sprofondare in una voragine di paranoie esistenziali.

Ancora vogliosa, ansimante, vibrante. “Non serve a niente quest’ammasso di pelle e ossa. Ti prende, fingendo di avere cura del tuo piacere, si libera e poi torna alla sua inutilità. Da questo dovrebbe nascere il genere umano ?”

-Come possiamo essere noi a dare vita ad una serie infinita di altri noi? Per quale motivo Dio ci ha assegnato un ruolo così meschino?-

- Qual’è il tuo problema?-

-Il nostro, vorrai dire –

-Di chiunque esso sia-

- Il problema è che non riusciremo mai a generare nulla di buono. E’ tutto sbagliato sin dal principio : il concepimento parte già monco, zoppo, claudicante . La tua natura impone alla mia che l’atto si consumi in termini di un rapporto di forza. Il tuo corpo domina e il mio accoglie. Se non riesco a darti piacere non lo proverò neanche io, la mia è necessaria generosità, il tuo è puro narcisismo. Tu non fai altro che compiacerti della tua virilità e della posizione dalla quale mi domini ed io ti assecondo, consapevole che questo sia l’unico modo per appagare il mio appetito, anche se mai fino in fondo. Infatti, sei sempre tu a decidere per entrambi la fine del divertimento.  Possiamo mai chiamarla complicità?  La volta dopo sarò sempre io a tentarti e sempre tu a decider quando e quanto. Infine io rimango sempre insoddisfatta e dominata e tu ritorni alla tua inettitudine. –

-Bene, hai finito ora?-

-No. Sono giunta a una conclusione. Dobbiamo invertire le sorti dell’umanità. Se la concepiremo in questo modo dentro i nostri figli alimenteremo il gene della dominazione e dell’impotenza, dell’egoismo e dell’asservimento…-

-Facciamo che la soluzione me la racconti più tardi?-

 

Lui si gira dall’altra parte. Lei si alza, si avvicina al tronco, si lascia inondare dal suo odore pungente. Lo accarezza. Infila il polpastrello nella ruga più ampia della corteccia e la segue.   “Guarda, com’è armoniosa questa creatura! Si alimenta di aria, di terra e di acqua, essa stessa alimenta l’aria e la terra, l’acqua non avrebbe senso d’esistere senza di essa. E’ un’ abbraccio che non finisce mai, è un continuo godimento, un coito infinito…”

Lui, sempre steso su un fianco, scoreggia con soddisfazione.

-Anche gli alberi vuoi sedurre? Ti metti buona per piacere?-

-Mai! Mettiti buono tu, dannato cumulo di merda e peli!-

-Che modi!-

“Non stavo seducendo l’albero. Meschino, ignorante ! Vede solo il gesto e non il pensiero !

L’albero sarebbe sicuramente più generoso e costante, così forte ed eretto, sapiente e meticoloso,  potrebbe darle un piacere senza fine….” Ed ecco che i suoi pensieri si accavallano l’uno sull’altro si fondono, s’immergono, svaniscono in un turbinio di sensazioni una primavera di umori … Eva si perde nella natura e la natura in essa. I petali della sua rosa diventano enormi fauci che tutto divorano per risputarlo fuori con un nuovo senso e una nuova armonia, un nuovo sapore e un nuovo odore. Le sue cosce stringono il tronco, diventano un tutt’uno e le magnolie si agitano in festa.

-Pazza! Sarà la tua pazzia a farci maledire!-

Lui si allontana, già al secondo passo dimentico del perché della sua scelta.

Lei, rimane ad aspettare le stelle da dove meglio le si può mirare.



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